In questo periodo buio e pieno d’incertezze, dove negatività e pessimismo la fanno da padrone in ogni ambito, da quello sanitario, a quello economico, passando per il sociale ed il politico, con questo articolo speriamo di infondervi un po’ di speranza e di far brillare qualche raggio di sole in mezzo alle nuvole.
Chi è Brunello Cucinelli e la sua filosofia
Il protagonista di oggi è Brunello Cucinelli, il re del cashmere.
Per coloro che (ci auguriamo pochi!) non dovessero conoscerlo, Brunello Cucinelli è un noto stilista ed imprenditore umbro, fondatore dell’omonimo brand dal fatturato di 607 761 000 euro nel 2019, nonché rivoluzionario nel suo modo di fare impresa.
Egli, infatti, è sostenitore del concetto di “capitalismo umanistico”, in cui l’uomo e la sua relazione con il Creato vengono posti al centro di tutto il processo aziendale. Nella sua visione imprenditoriale, il profitto, la dignità umana e il rispetto per l’ambiente vanno di pari passo.
Nonostante alcuni lo abbiano etichettato come uno stratega del marketing e della comunicazione, Brunello Cucinelli ha creato una realtà d’impresa fondata su tali valori ben prima che diventassero mainstream e realmente contribuendo allo sviluppo del patrimonio artistico e culturale del nostro territorio, fondando anche scuole e laboratori.
La sua filosofia così profonda, positiva ed umana è anche alla base dell’approccio dell’impresa Brunello Cucinelli nei confronti della pandemia. “Vorrei ripartire senza più dire che cosa ci ha tolto il Covid. Noi italiani rappresentiamo lo 0,7 per cento degli abitanti del pianeta, ma siamo la settima potenza al mondo. Le nostre famiglie hanno un risparmio di 10 trilioni di euro. Siamo lo stato con più risparmio al mondo. Il passato è passato” così Cucinelli ha aperto Pitti Uomo lo scorso 12 gennaio 2021, in formato ovviamente, del tutto digitale.
Cucinelli, la moda e la pandemia
In un momento generale così drammatico, anche la moda è stata duramente colpita dal ciclone Covid-19; lo stesso fatturato annuale di Brunello Cucinelli diminuisce, ma il calo è minore del previsto, con una chiusura nel 2020 del -10,5%. Questo risultato è il frutto soprattutto di una flessione nel canale retail diretto; il wholesale chiude in crescita del 2.7% e, nonostante un leggero ribasso, il mercato europeo, quello asiatico ma anche quello nordamericano si confermano i principali sostenitori dell’azienda umbra.
Sebbene ci sia stata una diminuzione delle vendite, l’ottimismo dell’imprenditore non si è scalfito.
“Dal 1° luglio abbiamo iniziato a guardare l’azienda con freschezza e positività, senza farci influenzare dai risultati del primo semestre, consapevoli di vivere un anno di ‘passaggio’ e di essere entrati in una sorta di Tempo Nuovo, che richiede umiltà, coraggio, creatività e velocità di esecuzione. Il Creato ci ha chiesto aiuto sotto forma di disputa tra la biologia e la Terra. Torneranno a rinvigorirsi i grandi ideali: la bella politica, la bella famiglia, la spiritualità e l’arte, torneremo ad utilizzare più che a consumare ciò che la terra ci offre, faremo molta attenzione ad ogni cosa: dove è stata prodotta, come è stata prodotta, che la sua produzione non abbia recato danni al creato. (…)Lavoreremo con la stessa dedizione ricordandoci però che quando l’essere umano è spaventato, addolorato, è propenso all’amabilità, alla gentilezza e non all’arroganza. Le persone avranno un nuovo livello di consapevolezza verso ogni tipo di acquisto e saranno perciò ancora più speciali”. Così Cucinelli ha dichiarato a proposito della situazione pandemica attuale.
Il concetto è chiaro: secondo la prospettiva dell’imprenditore umbro, la condizione di attuale crisi deve essere riletta (per chi ovviamente, la sta osservando da una posizione “privilegiata”) come un’opportunità per ristabilire le priorità e riformulare la propria scala valoriale. Ciò dovrebbe accadere tanto a livello del consumatore, così come a livello aziendale: nonostante i grandi pilastri di Brunello Cucinelli rimangano costanti, quali l’importanza di realizzare un artigianato che rispetti l’ambiente circostante e ponga al centro le persone che se ne occupano, si è data particolare spinta ad un concreto canale di solidarietà.
La solidarietà
Infatti, a luglio dello scorso anno, Cucinelli ha devoluto capi rimasti invenduti all’interno delle boutique per un valore di 30 milioni di euro: “Brunello Cucinelli for Humanity” riporta l’etichetta. Letteralmente, una grande quantità di vestiario donata all’umanità, accuratamente selezionata e distribuita a tutti i cittadini bisognosi in giro per il mondo, da un Consiglio di dieci persone appositamente istituito.
Ma questa non è l’unica iniziativa strettamente legata alla situazione pandemica intrapresa da Cucinelli. Durante il primo lockdown, il brand umbro ha partecipato ad un progetto pilota in collaborazione con l’Università di Perugia e l’Usl locale. L’obiettivo era quello di cercare di capire come poter avviare una fase due, in cui si potesse tornare sul posto di lavoro in sicurezza. Così, Cucinelli è stato pioniere di quel metodo tecnico-scientifico fatto di strategie diagnostiche ormai parte della nostra routine, come l’utilizzo dei tamponi sierologici.
La speranza
Mentre tutto il mondo fashion sembra traballare, in cui come denunciato dallo stesso Cucinelli, emerge un trend speculativo nei confronti dei fornitori, l’imprenditore umbro prende le distanze da tali comportamenti non etici. Anzi, riparte proprio dal valore intrinseco della manifattura e dell’artigianalità Made in Italy, con la speranza di poter far ripartire l’intera filiera.
Brunello Cucinelli è infatti sicuro di poter ricominciare dai propri asset: qualità del prodotto e della distribuzione. Il target di nicchia al quale l’azienda si indirizza, sicuramente non rinuncerà allo sfizio dell’acquisto. Un’attenzione speciale però, sull’onda di un trend presente già da alcuni anni e notevolmente amplificato da una nuova sensibilità frutto di un tragico 2020, verrà dedicata alla realizzazione di un prodotto che diventa emblema di un’esperienza etico-sostenibile.
In conclusione, dalla visione manageriale di Brunello Cucinelli una speranza si accende; il Covid-19, in tutto il suo nefasto disfattismo, forse qualcosa di buono ci lascerà. Una nuova consapevolezza, una nuova sensibilità, una nuova solidarietà ed una nuova vicinanza al territorio stanno emergendo. Ci auguriamo possano essere un potenziale inestimabile per un cambiamento nel sistema economico dell’industria moda, che magari potrà sostituire un consumismo sfrenato, in favore di un prodotto duraturo, di qualità e simbolo di un rinnovato senso etico.
Noi ci speriamo.