Imparare con i social media

Prima il dovere, poi il piacere. Questo è senz’altro uno dei primi insegnamenti che ci vengono impartiti sin da bambini. Duro da accettare, ma ancor più faticoso da metter in pratica. 

Noi universitari, soprattutto in periodo di sessione, lo sappiamo bene. E qual è il nemico numero uno, alleato della procrastinazione? Il cellulare, ovviamente! Ed i social network la fanno senz’altro da padrone. 

Facebook, Twitter ma soprattutto Instagram sono considerati da molti un leggero e frivolo passatempo.

Eppure, questo mito è stato già da tempo sfatato. Sempre più, infatti, i social network vengono utilizzati come delle vere e proprie piattaforme di apprendimento, di conoscenza in pillole. Innumerevoli sono gli account Instagram dedicati ad un tema specifico. È possibile così appassionarsi, approfondire, ed apprendere nuove nozioni riguardanti i temi più disparati.

Da buoni JEVErs, ora vedremo quali sono i principali metodi per aggiornarsi di economia e business tramite social media.

 

Instagram: l’economia in pillole

Primo fra tutti è l’utilizzo di Instagram. Nel periodo recente, sembra essere esploso il fenomeno degli account di informazione, più o meno mirata, fatti dai giovani (tendenzialmente) per i giovani. Impossibile non menzionare @will_ita, @torcha, @pilloledieconomia o @startingfinance, per citarne alcuni. 

Sono profili nati per riassumere in poche parole, con frasi d’effetto e grafiche ben studiate, i principali fatti relativi alle questioni di economia e business (ma non solo) del momento. 

Per chi, come noi, è appassionato ed è già addentrato nei temi, essere un follower di queste pagine significa tenersi in aggiornamento costante, nutrire le proprie curiosità e scambiare opinioni con i propri pari. Non solo: condividere le stories o i post di queste pagine vuol dire anche divulgare informazione e magari suscitare interesse anche a persone non particolarmente avvezze all’economia.

Proprio questo è il punto forte di tali account: la loro chiarezza d’esposizione e semplicità. Sono profili dinamici e freschi, gli speaker sono solitamente giovani studenti o laureati, sicuramente preparati, che con un IGTV di soli pochi minuti sono in grado di spiegare le vicissitudini dei mercati in periodo Covid, piuttosto che l’intero accordo della fusione tra Peugeot e FCA che ha dato vita al colosso Stellantis. 

Vi sono poi gli account delle più famose testate giornalistiche nazionali ed internazionali. Su Facebook, Twitter ma ancora una volta su Instagram spopolano i profili di quotidiani italiani come Il Sole 24 Ore, di emittenti news come CNN o di riviste prestigiose come Forbes.

Attraverso questi canali social, le persone riescono ad accedere ai contenuti alle quali sono interessate con un semplice swipe up; è un modo smart e rapido per poter leggere ed analizzare articoli dei più grandi giornalisti ed opinionisti. 

In un mare tempestoso come è Instagram, nel quale sono l’immagine e la finzione a prevalere, questi profili diventano strumenti per far comprendere un po’ meglio alla massa la realtà che ci circonda e le dinamiche economico manageriali che la caratterizzano. 

La principale differenza con il quotidiano cartaceo (oltre alla banale questione materiale) o il sito web? L’interazione. Il fatto di poter scambiare commenti o messaggi tra gli utenti incarna perfettamente l’idea dell’apprendimento come processo sociale. 

In un certo qual modo, incentiva la possibilità dello sviluppo di un pensiero critico e di una visione personale anche tra gli individui meno competenti in un determinato settore. Tale aspetto ha ovviamente anche alcuni lati negativi, primo fra tutti la diffusione di fake news come passaparola tra le reti sociali. Se questo, così come altre questioni poco piacevoli riusciranno ad essere ovviate nel futuro prossimo, ecco che i social network si riveleranno in tutto il loro effettivo potenziale di portar la conoscenza (seppure in modo ovviamente limitato) alla portata di tutti. 

La speranza è quella di rendere le persone più consapevoli ed attive, anziché individui inermi agli avvenimenti del mondo.

 

Video e podcast: le nuove fonti del sapere?

Al di là dei tradizionali social precedentemente menzionati, ci sono altre piattaforme che sempre più giocano un ruolo fondamentale nell’acquisizione di nozioni economiche (e non solo). 

Il riferimento è soprattutto ai canali di  Youtube ed ai podcast di Spotify. 

Per esempio, i primi sono utilizzati principalmente dagli studenti delle scuole superiori o universitari. Sì perchè, numerosi sono i liceali e gli universitari che si rivolgono a Youtube per comprendere meglio un tema affrontato durante la lezione ma risultato poco chiaro, o per addentrarsi in una qualche tematica ritenuta particolarmente illuminante.

Mentre i podcast hanno un pubblico decisamente più vasto; dagli studenti ai manager, dai giovani ai meno giovani. Il punto di forza di questo nuovo modo di apprendere è essenzialmente la flessibilità. Si possono ascoltare ovunque ed in qualsiasi momento. Non prevedono lettura e nemmeno l’uso di immagini. Insomma, puoi imparare quali sono i migliori business models sostenibili, per esempio, mentre prepari il tuo dolce preferito o ti alleni in palestra.

Un dubbio, onestamente, rimane. 

Quale può essere la qualità di un apprendimento che si verifica mentre si fa dell’altro? Si ritorna quindi al tema del focus, della concentrazione personale. 

L’importante, comunque, è non confondere video e podcast come sostituti di uno studio personale approfondito. Sicuramente sono degli ottimi metodi per integrare, capire ed ascoltare opinioni diverse, ma anche per sviscerare delle curiosità personali. Sono anche un ottimo supporto per chi, invece, muove i primi passi nel mondo del business e della finanza.

La parola chiave? Curiosità. 

Solo i veri curiosi, sanno sfruttare ogni occasione per imparare, anche attraverso i social network.